Recensione a cura di Anna Maria.
Titolo: L’asso vince tutto: Un gioco mortale (Thriller Mood vol 3).
Autrice: Jane S. Doe.
Genere: Thriller.
Pagine: 451.
Editore: Vms Edizioni, 18 dicembre 2021.
Formati disponibili: Kindle 3,50€/ Kindlunlimited 0,00€/ Cartaceo copertina flessibile 10,00€ – copertina rigida 18,00€.
Trama:

La scoperta di un cimitero raccapricciante sulle proprietà di due famiglie è lo scenario che si trova davanti Rosita al ritorno da qualche giorno di ferie. Quando scopre che una delle famiglie in questione era stata coinvolta in un omicidio non molti anni prima, il caso si fa subito più interessante. Sette fosse. La prima con cinque corpi martoriati i cui connotati sono stati sconvolti; due in ognuna delle sette. Sembrano tutti avere dei segreti e le indagini vanno avanti a rilento, ma Rosita può contare su una squadra coesa e soprattutto sull’aiuto di chi non vuole farla passare liscia a un assassino senza scrupoli. Che cosa hanno a che fare le teorie di Lombroso con gli omicidi? Chi si nasconde nell’ombra per portare morte e scompiglio nelle vite di due famiglie apparentemente senza colpe. Si tratta di vendetta? O di un gioco sanguinoso e crudele? E cosa ha a che fare il poker con tutto questo? Dopo La colpa delle madri e Stalk Her, un nuovo capitolo ci attende in compagnia dei personaggi che abbiamo saputo amare nei precedenti romanzi di Jane S. Doe. Rosita, D’Annunzio, Kurui, Montgomery, Allen, Redcliff, Guerrera, Kovach saranno di nuovo insieme a voi,pronti a scoprire qualsiasi cosa si nasconda dietro a un caso che è decisamente fuori dal comune.
Giudizio:

Al suo rientro dalla settimana di vacanza in Messico, non una vacanza a base di relax e divertimento, ma assieme alla sua numerosa e rumorosa famiglia, Rosita Buenasuerte, capo di polizia, non ha nemmeno il tempo di disfare i bagagli che viene immediatamente catapultata in un caso, che si rivelerà essere piuttosto intricato. Per fortuna lei può contare sul sostegno di una squadra composta da elementi dalla diversa personalità , dalle vedute ampie ma pronti a seguire qualsiasi pista, pur di giungere alla conclusione di un caso. Questa volta Rosita e la sua squadra si trovano inizialmente, dinanzi ad una fossa con cinque corpi, rinvenuti in un terreno appartenente a due famiglie, da tempo divise da diatribe personali irrisolte: quella dei Longsworth e quella dei Moreau. Alla prima fossa , proseguendo con gli scavi, si scopre l’esistenza di una sorta di cimitero, ovvero altre sei fosse, ognuna contenente due corpi. Diciassette persone uccise nell’arco di vent’anni. Secondo le prime ricostruzioni, Rosita apprende come in ogni fossa sia stato seppellito un cadavere per volta, ovvero sotto quello di vent’anni prima, poi i successivi, fino ad arrivare a quello più recente, risalente all’anno precedente. Sembra che la mente di questo raccapricciante massacro abbia seguito uno schema preciso. Ed è proprio ad uno dei suoi uomini che viene l’illuminazione che costituisce poi la chiave di lettura del caso: l’assassino pare giocare una partita di poker texano, visto che ha distribuito i corpi uno per fossa e ha continuato fino a riempirle, come se stesse distribuendo delle carte tra giocatori diversi. Ma chi sono i giocatori di questa macabra partita? Altro enigma da risolvere è il motivo che ha spinto l’assassino ad infierire sui volti delle sue vittime, per poi risistemare i loro connotati, come fossero dei vasi rotti. Rosita e la sua squadra iniziano ovviamente interrogando i proprietari dei due terreni coinvolti. E se Rupert Longsworth colpisce il nostro capo della polizia: “Bello sul serio. Come quelli che ti aspetti di trovare nelle foto di un calendario sexy”; tutt’altra reazione provoca in lei e in Karim Kurui, il profiler afroamericano albino, divenuto parte integrante della squadra, il dottor Moreau: “un vecchio burbero razzista”, trincerato nella sua villa, dove vive solo da quando, a seguito di una tentata rapina, è stata sterminata la sua famiglia per mano di un folle immigrato clandestino originario di Oaxaca. Lui è l’unico superstite, oltre a suo figlio Drew, scampato per puro caso alla strage. L’interrogatorio con i due diretti interessati fa emergere subito non solo le loro differenti personalità: il primo, un agricoltore sensibile e colto; il secondo un cinico dalle idee alquanto assurde, odiato e temuto dai suoi familiari e dai suoi studenti. I rapporti tra le due famiglie celano dissapori, segreti e rancori. È forse uno di loro il colpevole oppure uno o entrambi rappresentano i giocatori superstiti di una partita a poker appena cominciata? E allora chi è il mazziere? Più le indagini proseguono, più si scovano gli indizi da seguire, più emergono verità inquietanti che, però, sembrano avere come principale bersaglio, un unico uomo: il dottor Moreau, l’uomo che in base ai suoi studi di fisiognomica e alle teorie di Lombroso è convinto di poter stabilire dai lineamenti somatici di una persona se essa è destinata ad essere un criminale o meno.

Rosita ha come l’impressione che lo scopo dell’assassino sia non solo quello di colpire l’anziano professore in quelli che erano e sono i suoi “affetti” , nei limiti in cui questi possa concepire tale sentimento, ma anche attirare l’attenzione dimostrandogli quanto vale. Per scoprire chi si cela dietro, Rosita e la sua squadra devono iniziare anche loro a prendere parte alla partita , sperando di arrivare alla conclusione prima del successivo omicidio. Chi vincerà? Un thriller complesso dal ritmo incalzante, dove l’autrice si è dedicata a descrivere i diversi lati psicologici e caratteriali di ogni personaggio coinvolto. Rosita rappresenta sicuramente quella che si è soliti definire una donna con gli attributi, che però dimostra l’intelligenza di mettersi da parte o almeno di affidarsi al supporto che le viene fornito da chi lavora con lei, fidandosi delle loro intuizioni. Accanto alle indagini si descrivono anche le dinamiche personali dei diversi personaggi. Ho apprezzato l’analisi psicologica della mente deviata dell’assassino che vede la morte , come la fine del gioco, mentre gode nel prolungare il dolore e la disperazione delle sue vittime,in quanto ciò gli permette di assaporare il senso assoluto del potere. Ma chi sfodererà l’asso vincente? A voi scoprirlo!

Stelle: 4⭐️⭐️⭐️⭐️