Recensione a cura di Anna Maria.
Titolo: L’uomo che amo.
Autrice: Mary Turner Thomson.
Genere: Thriller Psicologico.
Pagine: 302.
Editore: Libreria Pienogiorno, 9 marzo 2022.
Formati disponibili: Kindle 8,99€/ Cartaceo 17,00€.
Trama:

In quanti modi si può coniugare il verbo tradire? Quando Will Jordan entra nella sua vita, Mary è una trentacinquenne single quasi rassegnata a non trovare più l’amore. Invece quest’uomo , conosciuto online, attraente, affascinante, premuroso, la conquista come nessuno mai prima e quando infine le chiede di sposarlo, lei quasi non riesce a credere alla propria fortuna. È vero che Will si assenta spesso per lavoro, lasciandola sola con i bambini che presto nascono dalla loro unione, ma quale matrimonio è davvero perfetto? E quando lui le chiede dei soldi perché è in difficoltà, lei non pensa ci sia nulla di strano, perché è proprio questo che ci si promette sull’altare: nella buona e nella cattiva sorte. L’amore che prova per lui non lascia spazio a nient’altro. Se un messaggio ascoltato per caso in segreteria, un anello sconosciuto trovato sul letto, o l’ennesima assenza agli eventi di famiglia le fanno nascere un dubbio, Will lo scioglie con sicurezza. A parole e con carezze appassionate. Ha una spiegazione per tutto Will, e Mary alla fine si sente quasi in colpa per aver dubitato. Ma un giorno una telefonata manda in frantumi il suo mondo. Forse suo marito non è chi dice di essere. Forse ha una seconda, una terza, una quarte vita, e in alcune di queste potrebbe persino essere una persona pericolosa. Mary si sente sempre più come una mosca sulla tela di un ragno. Ci sarà qualcosa di vero in quello che Will le ha raccontato, o la sua vita è un castello di bugie? Ma come si può credere che sia falso tutto l’amore che hanno vissuto? E se è solo finzione, come potrà mai avere ancora fiducia in se stessa, visto che ciecamente ci ha creduto?
Giudizio:

SURREALE! Questa è la sola parola che mi sento di pronunciare dopo aver concluso la lettura di questo thriller psicologico e essermi indirettamente immersa nella assurda storia di Mary Turner Thomson. La scrittrice ha deciso di condividere la sua esperienza personale con la sola speranza di fare conoscere alle vittime passate o future di che pasta fosse fatto l’uomo, che ha amato e da cui è stata subdolamente manipolata e meschinamente usata. Ha messo su carta una parte dolorosa della sua esistenza, cercando di frugare persino nella confusione dei suoi ricordi, i quali ,ogni tanto , durante la stesura, sbucavano fuori quasi a ricordarle “beffardi” la sua ingenuità, aggiungendo altri tasselli al suo intricato puzzle personale. Questo romanzo ha dunque una pluralità di scopi! In primis è un tributo a sé stessa per essere riuscita a liberarsi , una volta per tutte, della sua prigione di silenzio e di bugie, essere stata in grado di affrontare la cruda realtà e infine essere riuscita a sopravvivere al tutto. È poi una promessa mantenuta nei confronti di una delle poche e sole persone che le sono state vicine in quegli anni, ovvero sua madre, ed è poi un messaggio all’indirizzo di altre donne che possono cadere vittime , come lei, di una tale trappola così da poterla, magari, schivare senza procurarsi i suoi stessi danni psicologici ed economici. “Com’era riuscito a manipolarla fino a quel punto? Com’era possibile che non mi fossi accorta di quello che stava succedendo?” Questi gli angoscianti interrogativi che si porrà Mary Turner Thomson, quando il suo mondo andrà letteralmente in frantumi, svelando il misero castello di bugie, che è stata la sua vita negli ultimi sei anni, da quando il fato, con un brutto tiro mancino, le ha fatto incontrare Will Jordan, il suo futuro marito, nonché il padre di due loro figli. All’epoca del loro incontro in un sito di incontri online, Mary era una donna sicura di sé, spensierata e allegra. Era tutto sommato soddisfatta della sua vita. Era una madre single di una splendida bimba e sperava in cuor suo di trovare prima o poi un uomo che l’amasse e la facesse sentire desiderata ed importante. Ed è forse proprio questo che l’ha resa agli occhi di Will, come la preda ideale per essere facilmente manipolata a suo piacere. Quest’uomo, prima spacciatosi come a capo di una società di consulenza in ambito informatico e poi come un agente della CIA sotto copertura, è riuscito a infonderle amore, nonostante tutto, tanto che Mary non ha mai visto vacillare la sua fiducia nella capacità di Will di proteggere lei e la loro famiglia. Non è mai stata messa in discussione neppure dinanzi ai primi sospetti, alle sue assenze continue , alle sue continue richieste di soldi, tutte sempre giustificate con argomentazioni lucide e ben congegnate. Mary ha sempre difeso l’uomo che amava , nonostante l’incubo in cui l’ha trascinata , il baratro finanziario in cui l’ha fatta pian piano sprofondare e nonostante le sicurezze emotive di cui l’ha privata. Sono state però sufficienti poche parole pronunciate dall’altro capo di un telefono per mandare in frantumi tutto il suo mondo. È bastato l’arresto e la condanna di Will per una serie svariata di capi di accusa a svegliarla dal suo stato comatoso e spingerla a trovare il coraggio di ricostruire, tassello dopo tassello, il passato di Will per scoprire così di essere stata una delle tante vittime di un manipolatore, di un predatore seriale e soprattutto di uno psicopatico. La definizione di psicopatico, inserita nel suo libro dal Dottor Robert Hare e ripresa dall’autrice, calza infatti a pennello per descrivere la personalità di Will Jordan e anche l’esperienza delle sue vittime: “Gli psicopatici sono predatori sociali che incantano, manipolano e vivono a spese degli altri senza alcuna pietà, lasciando dietro una scia di cuori spezzati, aspettative deluse e portafogli vuoti”. Questo è in poche parole quello che ha vissuto sulla sua pelle la nostra protagonista: ha amato non un uomo, ma lo specchio che rifletteva ciò lui voleva, ovvero una persona fittizia creata per manipolarla! La lettura di questo thriller mi ha spesso trovato a chiedermi se fosse davvero reale quanto scritto dall’autrice, tanto che ho provato per un attimo a calarmi nei suoi panni, perché solo così ho potuto evitare di emettere giudizi superficiali e magari provare a comprendere quella che potrebbe apparire una “cecità” e una “ingenuità”, dettata solo dal cuore. Ho potuto anche apprezzare il coraggio nell’ esporsi pubblicamente, così come la sua forza nel voltare pagina per sé stessa, ma soprattutto per i suoi figli. Una lettura destabilizzante!

Stelle: 4⭐️⭐️⭐️⭐️