L’ALTRA METÀ DEL MALE DI LAURA USAI

Recensione a cura di Anna Maria.

Titolo: L’altra metà del male ( La curatrice vol.3).
Autrice: Laura Usai.
Genere: Thriller soprannaturale.
Pagine: 409.
Editore: Self Publishing – 15 novembre 2023.
Formati disponibili:Kindle 3,99€/ Kindlunlimited 0,00€/ Cartaceo 13,99€.
Trama:

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Sono trascorsi mesi da quando Gwen e Maryon si sono ricongiunte. I tentativi di Gwen di ricucire il loro rapporto si scontrano spesso con una realtà che, al pari del potere della sorella, è fuori dal suo controllo. A sconvolgere definitivamente il loro equilibrio saranno però le notizie riportate da Peter. Sentieri dai contorni oscuri si delineano davanti alle due sorelle: decidere di percorrerli potrebbero segnare per sempre le loro esistenze. Nella solitudine della sua casa, Judith è preda di incubi terribili. Le pagine del suo diario l’aiutano a restare ancorata alla realtà, ma al contempo le ricordano tutto ciò che ha perso. Quando il passato bussa alla sua porta, seguirlo potrebbe essere l’unica occasione per ritrovare se stessa.

Giudizio:

Avete presente la sensazione che si prova quando si è costretti a dover dire addio a delle persone care? Un senso di malinconia e di commozione per un epilogo a cui magari non si era preparati , che ti lascia però anche la consapevolezza che forse era la sola via da percorrere per essere finalmente in pace! Questa è la sensazione che ho provato quando sono giunta al termine di questa meravigliosa e sconvolgente lettura. Laura Usai è stata magistrale nell’accompagnarmi all’interno di una trama che ha come obiettivo quello di sciogliere alcuni nodi rimasti sospesi nei precedenti capitoli, ma anche di fornire i tasselli mancanti che servono per avere un quadro completo delle complesse personalità delle sue tre protagoniste. Gwen e Maryon sono due sorelle, prigioniere di una maledizione legata ai loro due poteri: la prima ha il dono di restituire la Vita a chi invoca il suo aiuto, mentre l’altra ha il potere di infliggere la Morte dando sfogo alla rabbia e frustrazione che cova nel suo animo. La prima si indebolisce ogni volta, perdendo una parte di sé; mentre l’altra pare rinvigorirsi grazie alla energia che ha privato ad altri. Dopo il loro ricongiungimento, Gwen continua ad avvertire la sensazione, quando guarda quella ragazza dall’aria solo in apparenza innocente, di incrociare gli occhi non di una sorella, bensì di un’estranea che pare celare dentro di sé rabbia e rancore nei suoi confronti. Agli occhi della sorella lei ha assunto il ruolo di carceriera , ovvero di colei che continua a metterla alla prova e a sfidare la sua capacità di controllare l’ira. Gwen non può nascondere a sé stessa il dolore che le procura il suo avere paura di Maryon e del suo potere incontrollabile, ma non ha altra scelta: deve assolutamente impedire che quella maledizione di cui sono venute a conoscenza e che pare riguardarle da vicino possa avere il suo compimento. Deve cercare il modo di dimostrare a Maryon di essere dalla stessa parte, di essere ancora sua sorella! Il suo animo è però lacerato anche dalla presa di coscienza degli effetti negativi del suo “dono contro natura” che la priva di una parte di sé per permettere agli altri di vivere, ma non può esimersi dal farlo perché “è così che funziona”. A nulla possono servire i tentativi di Peter di immaginarla “chiusa in una teca di cristallo” per paura di perderla , perché gli anni persi non potranno più essere restituiti. E se vi fosse un modo per spezzare la maledizione e magari liberarsi di questo pesante fardello? E se ci fosse un modo per tornare ad essere liberi? Libertà è il desiderio a cui anela Maryon la quale si sente prigioniera in una vita che non ha scelto, di un potere con cui deve convivere e di una sorella nel cui sguardo intravede la paura per l’inevitabile. Tutti paiono preoccupati per la loro incolumità e nessuno della sua. Lei è per tutti un mostro: “Ero Maryon Pierce. Avevo diciassette anni. Ero maledetta. Cos’altro mi definiva una persona”.

Maryon ha quindi imparato a schermare il suo cuore così da non provare alcun sentimento o empatia verso gli altri, ma solo rabbia e frustrazione. Sta però cercando di tenere a freno il suo desiderio di uccidere , ma forte è in lei il bisogno di essere libera e davanti all’occasione di una nuova vita non si tira indietro a eliminare l’ostacolo che vi si frappone. In queste pagine avremo modo di scrutare nelle viscere della mente di Maryon e scorgere le fragilità di una ragazza, vittima di un potere più grande di lei, di un senso di colpa che proverà a schiacciarla e di un anelito di fare vedere magari chi si cela davvero dietro colei che è per tutti la Morte. Legata a doppio filo alla vita di queste due sorelle è l’esistenza di Judith la quale pare non riuscire più a liberarsi del fantasma di Maryon, che continua a tormentarla nei suoi incubi col solo scopo di consumarla piano piano. Tutta colpa di quelle parole lasciate scritte da Maryon : “Sono condannata a essere infelice. E sola”. Judith ha preso le distanze da Edgar , ha preferito trasferirsi in un luogo dove nessuno la conosce , ma dove tutti la guardano con diffidenza perché è una giovane ventenne che vive da sola, non il tipo che altre donne accoglierebbero con entusiasmo. Judith si sente prigioniera di un limbo che gli impedisce di distinguere tra sogno e realtà, è vittima di fantasmi che hanno radici più lontane e che forse Maryon ha solo nuovamente innescato, ma è anche l’unica che può liberarla dal suo malessere. Tre destini che si incrociano nuovamente e che si ritrovano a compiere delle scelte estreme ma necessarie per liberarsi da una scomoda maledizione! In questo terzo capitolo, la Vita e la Morte da sempre due forze contrapposte , riescono a trovare un equilibrio dimostrando come anche dalla Morte possa incredibilmente generarsi Vita. Perché “non esiste nulla di prestabilito, ciò che si crede sia già scritto può essere rovesciato”. Un finale che mi ha spiazzato, stregato e soprattutto commosso! Chapeau, Laura Usai!!

Stelle: 5⭐️⭐️⭐️⭐️⭐️

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