PRINCIPESSA GUERRIERA LA MIA LOTTA PER TORNARE DAL BUIO DI HILLARY RUGGIERRI.

Recensione a cura di Anna Maria.

Titolo: Principessa Guerriera: La mia lotta per tornare dal buio.
Autrice: Hillary Ruggeri.
Genere: Romanzo Autobiografico.
Pagine: 130.
Editore: Independently published, 3 novembre 2022.
Formati disponibili:Kindle 3,99€/ Kindlunlimited 0,00€/ Cartaceo 15,00€.
Trama:

https://www.amazon.it/Principessa-Guerriera-lotta-tornare-buio-ebook/dp/B0BLCL3653/ref=mp_s_a_1_1?crid=1OGPFMI0KGKJ2&keywords=principessa+guerriera+la+mia+lotta+per+tornare+dal+buio&qid=1673557782&sprefix=principessa+gue%2Caps%2C110&sr=8-1

Quando avevo nove anni, e tutto un futuro davanti un errore chirurgico ha rischiato di spegnere per sempre la mia vita. Questo libro racconta la mia lotta e quella della mia famiglia per strapparmi dal buio e tornare a vivere. Ho dovuto combattere per riprendermi tutto quello che avevo perduto, anche i gesti più semplici. Ho deciso di raccontare il mio percorso perché là fuori, in questo momento, forse qualcuno sta iniziando una dura lotta per riprendersi la vita. E voglio che sappiate che vale la pena di combattere anche quando la vittoria sembra impossibile.

Giudizio:

“Principessa Guerriera”! Non poteva trovare parole più appropriate per definire sé stessa, Hillary Ruggeri, la quale ha deciso in queste 130 pagine di raccontare una parte dolorosa della sua storia. Perché a me? Questo è l’ angosciante interrogativo che spesso si è posta per cercare di capire perché il fato ha deciso di giocare così crudelmente con la sua giovane vita, mettendola dinanzi ad un muro che poteva apparire impossibile da scavalcare per una bimba di appena nove anni. Nella sua dolorosa esperienza non è stata però colpa del fato, bensì qualcun altro aveva commesso un errore, facendo paurosamente deragliare dal tranquillo binario il suo piccolo vagone, quello di una bimba di nove anni che amava ballare e che sognava infatti di diventare da grande una ballerina. Una bimba che per colpa di un errore umano vedrà non solo infrangersi il suo sogno, ma soprattutto si vedrà catapultata in un limbo buio, dove ci saranno per mesi a farle compagnia solo lontane voci familiari. Quella bimba, ora ventiquattrenne, ha dunque deciso di raccontare a cuore aperto la sua terribile esperienza, vissuta a seguito di una operazione in cui qualcosa è andata storto e che non solo l’ha fatta sprofondare in un lungo stato di coma , ma le ha poi lasciato inevitabilmente cicatrici profonde nel corpo e nell’anima. Hillary descrive con semplicità e sensibilità tutte le percezioni vissute durante i mesi di sonno “vigile” , durante i quali il pianto fu il solo modo escogitato dal suo corpo immobile per dimostrare agli altri di esserci ancora, ma era anche la sua risposta alla frustrazione di aver compreso di essere finita in un incubo da cui sarebbe stato difficile uscire. Ma , dinanzi al bivio , se lasciarsi andare a quel mondo di fantasie e rinunciare per sempre alla vita oppure svegliarsi e calarsi in una nuova realtà irta di ostacoli, questa bimba di nove anni sapeva perfettamente cosa voleva. Hillary ha scelto di combattere con tutte le sue forze per recuperare ciò che aveva perso: la capacità di parlare, di camminare, di abbracciare i suoi cari. In questo difficile percorso che va dal coma al risveglio, fino alla sua lenta ripresa psicofisica, Hillary potrà contare sul sostegno e sull’amore della sua famiglia , ma anche sull’aiuto di persone preziose , come la dottoressa Locatelli o il suo fisioterapista Daniele , diventati punti di riferimento fondamentali anche nella sua vita attuale. In modo coraggioso è costretta dapprima ad affrontare quindi i difficili step del suo recupero fisico, ma poi ha anche dovuto fare i conti con il muro di pregiudizi che l’attendeva fuori dalle mura della clinica. Se all’interno di esse Hillary si è sentita uguale a tanti altri pazienti che , come lei, lottavano la loro battaglia, una volta fuori ha dovuto purtroppo scontrarsi con la crudeltà e l’indifferenza umana , che non ha perso occasione per farla sentire “diversa” ed “emarginata”. Hillary ha preso così coscienza di come è sufficiente un attimo o un piccolo gesto per fare la differenza tra la vita e la morte, tra il futuro e un limbo sospeso, e nel suo caso è bastato un errore per cambiare irrimediabilmente la vita sua e di quella dei suoi familiari. Eppure, nonostante tutto, Hillary ha continuato a combattere, a superare le sue paure e a ricercare sempre un nuovo equilibrio e un nuovo benessere così da trasformarsi in una donna orgogliosa di sé stessa e dei traguardi raggiunti. Questo racconto autobiografico ha infatti il duplice scopo non solo di conoscere la sua storia, ma soprattutto di essere magari un esempio da seguire per chi magari sta affrontando una battaglia simile. La sua è la storia di una piccola ma grande guerriera, vittima di un caso di malasanità, che dopo aver tastato con mano il buio più profondo ha deciso che vale assolutamente la pena ritornare in superficie e godersi la luce. Questo è il bel messaggio che affida ai suoi lettori!

Stelle: 4⭐️⭐️⭐️⭐️

NUOVE STORIE DI UN PERDENTE DI SUCCESSO DI DARIO MONDINI

Anna Maria oggi ci parlerà di un libro autobiografico, curiosi?

Titolo: Nuove storie di un perdente di successo. Autore: Dario Mondini.

Genere: Romanzo autobiografico.

Pagine: 110.

Editore: Intrecci Edizioni, 17 ottobre 2020. Formati disponibili: Kindle 2,99€

Cartaceo 10,00€.

Trama:

https://www.amazon.it/Nuove-storie-perdente-successo-Mondini/dp/8831398229/ref=mp_s_a_1_1?dchild=1&keywords=dario+mondini&qid=1603481992&sr=8-1

Il quarantatreenne Dario, confinato nel suo modesto bilocale da mesi per via delle restrizioni legate al Covid, ripercorre gli ultimi tre anni della sua movimentata esistenza. Oltre mille giorni trascorsi tra improbabili vacanze da single, la costante ricerca dell’amore perduto, imprese sportive vissute in prima e in terza persona, il doloroso ricordo di un amico prematuramente scomparso, nuove amicizie coltivate in campo letterario e destinate a lasciare il segno. Un inno alla vita e alla speranza, nonostante gli anni che passano e qualche ( apparente?) insuccesso.

Giudizio:

Leggere questo breve romanzo autobiografico è stato come sfogliare un “vecchio” album di foto, ripercorrendo attraverso quegli scatti non solo momenti o ricordi, ma soprattutto emozioni. Non esiste in questo romanzo un filo logico e cronologico preciso, perché i ricordi affiorano improvvisi e spesso rimandano ad altri e questi, poi, ad altri ancora, aprendo così una porta dove si viaggia velocemente dal passato al presente. Dario Mondini sembra dunque farsi trasportare dal filo delle emozioni decidendo di condividerle con noi e permettendoci, una volta messe nero su bianco, di conoscere le certezze fondamentali della sua vita. I surreali mesi di lockdown hanno costretto il nostro Dario, come del resto tutti noi italiani, a diversi adeguare a nuovi ritmi di vita, non più frenetici ma decisamente più lenti. Per la prima volta nella vita, il tempo , da dedicarci, non è stato affatto risicato! E Dario, nel suo ” modesto bilocale”, di tempo per raccogliere i pensieri, per rivivere alcuni ricordi o per riflettere sul futuro, ne ha avuto abbastanza senza però tralasciare la cura della sua forma fisica. Ho infatti scoperto il suo amore per lo sport: “.. è la metafora della vita, è una rinnovata sfida con me stesso e i miei avversari”. Dimostra infatti determinazione, come atleta, quando gareggia, tra alti e bassi, nel suo sport : il tennis da tavolo! Passione sfegatata per il Pisa: un amore nato come un fulmine a ciel sereno, ma che si è ormai impossessato da tre anni del suo cuore da tifoso. Questo è ciò che ho conosciuto di Dario Mondini e mi ha strappato un sorriso immaginarlo mentre, chiuso nel suo appartamento, si allenava sul tappeto elastico. Ho avuto anche modo di conoscere un’ altra parte fondamentale della sua vita: gli amici, quelli veri, o più precisamente i “Tiratardi” con cui è solito condividere vacanze, serate spensierate, fallimenti o successi sentimentali e persino dolori, soprattutto quando a venire a mancare, all’improvviso, è proprio qualcuno che di quel gruppo è una parte preziosa. Mi ha reso partecipe anche della sua continua ricerca di un amore non effimero, ma duraturo: un sentimento stava, forse, per decollare ma, purtroppo, il lockdown ha messo in standby. E mi sono ritrovata a chiedermi : Chissà se Dario ha avuto modo, dopo, di cogliere quell’occasione o chissà cosa sarebbe successo se non ci fosse stato questo subdolo virus a bloccare il nostro paese, magari quella mancata partita di pallavolo poteva diventare “galeotta” di un nuovo amore….Ai posteri l’ardua sentenza! Una cosa ho compreso: Dario Mondini non è un tipo che si arrende dinanzi alle difficoltà! Ha le sue fragilità, come tutti noi, è conscio dei suoi limiti ma anche dei suoi punti di forza. Non si sente più un “perdente” ma un “polentone doc” che con carta e penna ci sa fare! Per fortuna, nei momenti di dubbio, ci pensano colleghi speciali ,come la dolcissima e bravissima Valentina Macchiarulo, a ricordargli il suo valore di scrittore. La Macchiarulo funge, nella sua vita, come il suo prezioso e saggio grillo parlante. Dario Mondini ha dimostrato come non servono fiumi di parole, ma in sole un centinaia di pagine è riuscito comunque a svelarci tanto di sé e delle sue esperienze, mostrandosi come un’anima trasparente, sincera, ironica e intelligente. È stata una lettura intima e piacevole!

Stelle: 4⭐️⭐️⭐️⭐️

BOCCIOLI DI ROSE DI MARIA CRISTINA PIZZUTO

Ed eccoci con un racconto con Anna Maria.

Titolo: Boccioli di rose.

Autrice: Maria Cristina Pizzuto.

Genere: Diario autobiografico.

Pagine: 84.

Editore: PubMe, 11 febbraio 2019.

Formati disponibili: Kindle 1,99€

Cartaceo 11,40€.

Trama:

https://www.amazon.it/gp/aw/d/B07NPRDRLN/ref=tmm_kin_title_0?ie=UTF8&qid=1601931493&sr=8-1

Il libro presenta la vita interpretata dagli occhi di una ragazza anoressica, sotto molteplici aspetti della quotidianità. Si alternano stralci di riflessioni, pensieri, emozioni, e paragrafi in cui lei descrive come uscire da quei meccanismi della mente, e dunque, con l’andar del tempo, in che modo venir fuori dal tunnel dell’anoressia.

Giudizio:

Non è stata una lettura facile come non lo è stato scrivere questa recensione per diversi motivi. Boccioli di rose è un breve romanzo autobiografico dove sono riportati sotto forma di diario i pensieri e le emozioni della scrittrice. Sapere che si parla di vita reale, delle intime e difficili confidenze di una ragazza che quelle esperienze narrate le ha vissute sulla sua pelle, crea nel lettore uno stato di soggezione misto ad ammirazione per aver voluto condividere con dei perfetti sconosciuti il proprio vissuto. Il titolo è alquanto emblematico e metaforico. I boccioli di un qualsiasi fiore sono fragili ed ingenui perché, non essendosi ancora dischiusi alla vita, sono timorosi di ciò che li aspetta. Purtroppo un fiore, come la rosa, ha le sue spine e queste rappresentano i dolori e le difficoltà che si incontrano e le cicatrici che queste lasciano non solo sul corpo ma anche nell’anima. Il bocciolo di rosa, però, riesce comunque, con fatica e forza di volontà, a dischiudersi, ad alzare il suo “capo” e affrontare la vita. Questo è ciò che ha e che ci insegna la voce narrante di questo romanzo, la quale condivide il suo difficile e tortuoso riemergere dal tunnel in cui è sprofondata, un tunnel chiamato “anoressia”. “… è un dolore forte, assurdo, che ti scompone e ti fa mancare il fiato, fino a condurti all’esaurimento, e in ultimo a un pianto convulso”. Da questo stralcio si può percepire, anche se in minima parte, ciò che prova e ciò che l’angoscia. Tanti i motivi del suo malessere: il non riconoscersi nella realtà che la circonda; il non sentirsi realmente capita dalla sua famiglia e soprattutto il sentirsi invisibile agli altri. Questi alcuni dei motivi ma tante possono essere le cause scatenanti e spesso inconscie che possono indurre una ragazza ad imboccare quella strada, a volte, senza via d’uscita. Questo è il disperato modo per invocare aiuto o per attirare l’attenzione su di sé. “In realtà le anoressiche hanno una fame continua che viene saziata attraverso la vita e non tramite cose concrete”. Attenzione. Comprensione. Affetto. Questo è ciò che anela disperatamente e che, non trovando nella realtà, cerca nel suo mondo parallelo, frutto dei suoi sogni e dei suoi desideri: l’unico mondo dove trova pace e sollievo, pur nella consapevolezza che si tratta di una via di fuga effimera e illusoria. In queste pagine la scrittrice condivide con noi i suoi tormenti e le sue parole, a volte confuse, scorrono come un fiume in piena, testimoniando il caos interiore che si agita nella sua mente; ma il suo sfogo istintivo cela anche un messaggio positivo di una persona che ha lottato e che ha vinto la sfida contro le sue paure. È una testimonianza utile per tutti, sia per chi, come lei, ha attraversato o sta attraversando lo stesso calvario, ma anche per chi , non essendoci passato, può solo provare in punta di piedi a capire. Come ho già detto non è stata una lettura facile, ma non solo per i motivi elencati ma anche per linguaggio usato, troppo ridondante. Avrei preferito un linguaggio più semplice che mi avrebbe permesso di sentirla più vicina a me. Ho anche riscontrato parecchie sviste di battitura. Nonostante ciò ho deciso di dare comunque 4 stelle perché ho apprezzato il fine del romanzo e il coraggio di rivelare una parte di sé così intima e delicata.

Stelle: 4⭐️⭐️⭐️⭐️