LACRIME DI ETERNITÀ DI ELISABETTA TAGLIATI

Recensione a cura di Anna Maria.

Titolo: Lacrime di eternità.
Autrice: Elisabetta Tagliati.
Genere: Fantasy.
Pagine: 393.
Editore: Aurea Nox – 3 novembre 2023.
Formati disponibili:Kindle 4,90€/ Cartaceo 18,00€.
Trama:

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Bethel, Capoclan celta, ha incarnato una profezia dando vita a un Semidio, Jarlath. La vita della donna è stata scossa da amore ed esperienze mistiche, tanto che al momento di abbandonare la vita viene trasfigurata in un salice. Noi vediamo il mondo attraverso le sue foglie, ma il cuore di donna e madre continua a battere, pregando e riflettendo per il proprio popolo, pur con ritmi e punti di vista silvani. La donna non riesce a darsi vinta davvero davanti alla sofferenza e all’incombenza di una furiosa guerra tra i propri figli, un conflitto che si scopre risiedere tanto tra le due fazioni quanto all’interno dei personaggi principali. L’interesse di molti si concentra sul salice, che diventa per alcuni oggetto di culto, ma nessuno saprà mai se l’albero ha poteri magici o se è il ricordo di Bethel nel cuore dei personaggi a promuovere l’evoluzione. Il salice, tormentato dal ricordo della donna, subisce numerose mutazioni grazie alle quali riesce a comprendere ed accettare la propria situazione, fino a staccarsi dal mondo materiale e confondersi col tutto, in attesa di una nuova rinascita. Ogni protagonista attraversa la propria guerra personale e la consapevolezza maturata sarà determinante per le sorti della battaglia finale. Un romanzo profondamente intimista, che offre riflessioni preziose e sensibilizza verso il legame dell’uomo con le proprie radici situate tanto nelle profondità del sé quanto nella Natura. Questo libro, fedele trascrizione di un sogno durato due mesi, è un fantasy molto inconsueto che strizza l’occhio al mondo esoterico.

Giudizio:

Prima di mettere nero su bianco le sensazioni che mi ha lasciato questo romanzo, è neccessario ribadire che non si tratta di una di quelle letture le quali si divorano velocemente. Ma va altresì centellinata e metabolizzata ogni parola, perché solo così si può comprendere il significato più intimo e recondito celato dietro di esse. Natura e Amore, in tutte le loro forme , sono due forze contrapposte che paiono ingaggiare una dura lotta alla disperata ricerca di un equilibrio e un’unità tra esse. Non sarà facile raggiungere questo obiettivo! Sarà forse necessario pagare un alto sacrificio, prima di giungere alla piena consapevolezza del vero valore dell’ Essenza, perché “Oltre l’Abisso si estende l’Eternità . Lo spazio e il tempo cadono rivelando che solo l’Essenza ha valore”. Questo è il compito che la Natura ha affidato a Bethel, la leggendaria Capoclan di Tallach, la donna che col suo salto oltre l’Abisso e col compimento della profezia ha deciso di tradire il suo popolo, l’uomo che amava e anche una parte di sé stessa per legare indissolubilmente la sua anima a quella del controverso Vessagh. Il suo gesto “era destinato a riverbare per lungo tempo , forse per sempre, attraverso la sua progenie”, quella che pare dover pagare purtroppo il prezzo più alto delle sue scelte. Ma la indomita donna , che abbiamo avuto modo di conoscere e di amare, nonostante le sue umane fragilità, ha assunto in questo sequel un nuovo aspetto, ha subito per volere della Natura una dolorosa ma necessaria trasfigurazione, assumendo le sembianze di un salice e divenendo la guardiana silvana di quel bosco. La sua morte “terrena” non viene vista da Bethel come una condanna inferta da Dio, bensì come un suo dono di poter diventare ciò che lui ci chiama ad essere: “Essenza”! Bethel è pienamente consapevole di avere un nuovo compito da portare a termine, ovvero quello di provare a porre rimedio alle sofferenze e conseguenze, che le sue azioni hanno avuto sulle persone da lei amate: Makena, il buono e saggio compagno, che continua ad amarla nonostante tutto; Neala, la figlia frutto di quell’ amore immenso, che prova rabbia verso quella madre che l’ha sacrificata in nome di un amore “malsano” e poi Jarlath e Duana, il simbolo della sua unione al druido Vessagh, le due anime tormentate dal peso delle azioni e del volere altrui. Nonostante le sue inusuali sembianze, il suo spirito di Donna continua ad avere però un forte ascendente, tanto da trasformare quel suo involucro arboreo in un luogo sacro, a cui rivolgere le proprie preghiere o a cui chiedere il suo aiuto in nome di quel mito, che continua ad aleggiare imperituro intorno al suo nome.

Frustrazione e lacerazione sono però i due sentimenti preponderanti, che agitano l’ anima di Bethel , sentendosi impotente e incapace di fare sentire la sua Voce e dovendo restare inerme dinanzi alla sofferenza di Jarlath, schiacciato sotto il peso di un destino divino che lo vuole come un Semidio , potente e crudele , nonché lacerato da quel sentimento “incestuoso” che lo lega a sua sorella Duana, un legame che deve recidere ad ogni costo. Difficile per una madre restare inerme o subire silenziosa la rabbia e l’odio delle sue figlie, che la reputano , anche se per motivi diversi, rea delle loro sofferenze. Straziante per Bethel assistere da muta osservatrice al vuoto che continua ad albergare in Makena , l’uomo che imperterrito difende a spada tratta quel simulacro del loro amore, macchiato e crepato dopo quel salto oltre l’Abisso. Eppure, Bethel sa che proprio nel momento in cui ha assaggiato quelle acque , ha perso il suo cuore, facendola intraprendere un sentiero che l’ha allontanata da Makena , ma l’ha legata per sempre a Vessagh: un fuoco desideroso di ardere ancora dentro di lei, nonostante tutto! La Donna, dalle sembianze di un salice, ha necessità di essere risvegliata e di riunirsi a quel druido , che è stato capace di impossessarsi della sua anima e per il quale ha sacrificato sé stessa. Questo pare essere il suo destino e la sua condanna! Ancora una volta, per mezzo del suo druido, Bethel sarà costretta a compiere un viaggio dentro i labirintici sentieri del suo io , fino a rendersi conto che “Tutto è destinato a finire: da questo si origina l’Eternità”. Dovrà accettare quindi di restare spettatrice di un epilogo doloroso, lasciando ai suoi figli e alle loro discendenze di compiere quanto scritto nel destino. Le sue lacrime saranno però finalmente l’espiazione per i suoi errori e per le sue imperfezioni, garantendole di restare un ricordo “eterno” nei cuori di chi l’ha conosciuta, perdonata e amata! Questo fantasy nasce da un viaggio onirico intrapreso nel subconscio dalla scrittrice e rivela una anima intimamente legata alla Natura e alle forze che la governano : Acqua, Terra , Aria , Fuoco e…Amore, l’ arma più potente, che la Natura affida nelle mani degli uomini e che richiede coraggio, grande coraggio!

Stelle: 5⭐️⭐️⭐️⭐️⭐️