Recensione a cura di Anna Maria.
Titolo: La donna che visse nelle città di mare.
Autrici : Marosella Di Francia e Daniela Mastrocinque.
Genere:Romance.
Pagine: 408.
Editore: Giunti, 15 febbraio 2023.
Formati disponibili:Kindle 9,99€/ Cartaceo 15,10€.
Trama:

Messina 1904. Il giorno del suo fidanzamento Costanza scopre che il padre si è suicidato. Distrutta dal dolore, viene mandata a New York, dove l’ambizioso musicista Pietro Malara la corteggia senza successo. Nel 1908 giunge negli States la notizia del terremoto di Messina, e Costanza apprende che nella sua famiglia non vi sono superstiti. Oppressa da un senso di colpa che la spinge a negarsi ogni felicità, acconsente a sposare Pietro e lo segue a Napoli. Napoli, 2012. La giovane Lucilla arriva a Rione Sanità sulle tracce della sua bisnonna Costanza Andaloro, di cui ha scoperto l’esistenza grazie a una vecchia lettera. Attraverso la lettura del suo diario e i racconti dell’anziana Zina , riuscirà a ricostruire la complessa figura della sua antenata che in ogni città ha compiuto scelte sofferte , eppur vitali.
Giudizio:

“Un grido inatteso, acuto, echeggiò nella casa. Subito si spense in un silenzio ancora più inquietante”. Quella notte del 1904 , un violento nubifragio si abbatte sulla città di Messina, quasi a voler presagire il drammatico evento che avrebbe di lì a poco stravolto l’esistenza della giovane Costanza. Quel giorno che avrebbe dovuto essere di gioia , in quanto si sarebbe festeggiato il fidanzamento della ragazza con Alfonso Orlando, viene funestato dal ritrovamento, nel suo studio, del capofamiglia in una pozza di sangue. A rinvenire il cadavere del padre , uno stimato medico,che aveva deciso di porre fine alla sua vita con un colpo di pistola è proprio Costanza, quella figlia che lui era solito chiamare col nomignolo di Cocò, quasi a non voler accettare il suo essere cresciuta. All’improvviso la famiglia Andaloro sprofonda nel dolore e nella vergogna per via di un gesto che appare incomprensibile e che getta un’onta sul suo buon nome. Tutti reagiscono alla tragedia che li ha investiti in modo differente. Agata sprofonda in uno “stato letargico”, erigendosi ad unica e fedele custode della memoria del marito, impedendo a chiunque di profanare il suo studio, divenuto una sorta di sacrario. Guglielmo, il piccolo di casa, si ritrova in uno stato di incomprensibile confusione, mentre Ruggero, il maggiore, si vede investito di un ruolo in cui stenta a riconoscersi , ma che gli è stato imposto dal destino, ovvero occuparsi della gestione del patrimonio familiare. E poi vi è la giovane Costanza, la quale fatica a riprendersi dallo shock, continua ad essere tormentata dalla scena di cui è stata spettatrice e decide di chiudersi in un ostinato mutismo. Da quel giorno Costanza inizia a perdere la vitalità e spensieratezza di un tempo, ma trova conforto solo nelle pagine del suo diario che se in passato serviva per appuntare eventi e pensieri, ora le serve per impedire alla sua mente di avventurarsi per sentieri pericolosi. Il definitivo colpo di grazia lo riceve quando apprende che il suo fidanzato ha deciso di ritirare la promessa di matrimonio. Costanza diventa così impermeabile a qualsiasi emozione, si sente come un guscio vuoto che non ha più nulla da offrire . Per cercare di lenire il suo dolore la famiglia decide di mandarla a New York presso la famiglia della sua migliore amica Giuseppina. Qui , in questa città così caotica ma piena di vita, dove tutti paiono avere una meta , un programma da portare a termine, Costanza ha la sensazione di passare inosservata , ma anche di provare a sopravvivere al dolore grazie a quell’ oceano che la separa dalla sua Messina. Nella sua vita compare sulla scena un uomo : Pietro Malara, un emigrante napoletano, vedovo e con figlio piccolo, che ha lasciato la sua città per cercare di realizzare in America il suo sogno: diventare un direttore di orchestra. È lui , colui che cerca di strappare quella ragazza dalla chioma rosso rame dal suo dolore e di squarciare quel velo di malinconia sceso sui suoi occhi azzurri dopo l’ennesimo colpo beffardo del fato. La notizia del terribile terremoto che ha investito Messina getta in un profondo baratro la nostra Costanza , sepolta anche lei sotto quel cumulo di macerie , di dolore e sensi di colpa.

Il terremoto non l’ha privata solo dei suoi affetti più cari, ma soprattutto di non posto in cui poter tornare. Per questo Costanza decide di colmare il vuoto della sua anima accettando di diventare la signora Malara e vedendo, forse, in Pietro una boa di salvataggio alla sua solitudine. E sarà per questo e non per amore che decide poi di seguire quel marito premuroso ma infelice fino a Napoli. Cosa rappresenterà per Costanza questa città, che le ricorda tanto la sua Messina? Gli ultimi tasselli della vita di questa donna saranno ricostruiti, anni dopo, da Lucia, per tutti Lucilla, una giovane soprano dallo spirito eccentrico. Il viaggio di Lucilla verso Napoli ha due distinte motivazioni : un provino al teatro San Carlo, il biglietto di sola andata per la sua carriera, ma anche sapere di più sul contenuto di quella lettera mai letta, risalente a quaranta anni prima, spedita a sua nonna Rosa dalla sua bisnonna Costanza Andaloro. Tra i vicoli pittoreschi napoletani e grazie ai racconti dell’anziana Zina e alle parole custodite tra le pagine di un consunto diario , Lucilla ha modo di ripercorrere le orme della sua antenata: una donna a cui la vita non ha risparmiato nulla, costringendola ad indossare una corazza inscalfibile e a prendere decisioni dolorose ma necessarie. Un romanzo ispirato ad una storia vera, che descrive le vicissitudini di una famiglia, oltre che uno spaccato fedele della vita dei migranti italiani negli States nei primi anni del Novecento. Una narrazione su due diversi piani temporali, che si ricongiungono alla fine per permettere alla giovane Lucilla di capire meglio dinamiche familiari irrisolte e ridonare pace e merito ai suoi bisnonni : Costanza e Pietro!

Stelle: 4⭐️⭐️⭐️⭐️