OLTRE L’ABISSO DI ELISABETTA TAGLIATI

Recensione a cura di Anna Maria.

Titolo: Oltre l’abisso.
Autrice: Elisabetta Tagliati.
Genere: Fantasy Onirico.
Pagine: 368.
Editore: Pluriversum – New Edition, 10 marzo 2020. Formati disponibili:Kindle 4,90€/ Kindlunlimited 0,00€/ Cartaceo 16,15€.
Trama:

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Bethel ci narra di una vita sconvolta da un’esperienza mistica, in cui amore e spiritualità vanno di pari passo. Un enigmatico sogno che trascina tanto la protagonista quanto l’autrice stessa in un vortice che tende alla scoperta di sé. Una scoperta che trova nell’amore la sua irrinunciabile guida e ispirazione. Una rivelazione che ci esorta ad assaporare la vita nelle sue componenti più sottili, riscoprendo la profondità e l’unicità dell’uomo.

Giudizio:

Un sogno rivelatore. Una profezia dormiente. Un salto oltre l’abisso. Un cuore diviso in due. Una metamorfosi sofferta, ma necessaria. Un legame inscindibile, ma nefasto. Un prezzo alto da pagare. Questi sono i tasselli fondamentali che compongono questa storia struggente e intensa. Bethel, la protagonista, nonché voce narrante, è la capoclan di una tribù costituita da persone bonarie e serene, dedite al lavoro e a vivere in pace. “Era una vita come quella degli alberi, semplice, armoniosa e vera..E io venivo amata per questo”. Bethel è riuscita, nonostante la giovane età e la sua inesperienza, a garantire al suo popolo la prosperità, non imponendo di credere in un Dio, ma riconoscendo loro il libero arbitrio di agire secondo coscienza. Difatti il suo popolo, libero da veti religiosi, osserva determinate festività, considerandole come un momento di pura creatività . Ma gli Dei chiedono il pagamento di un pegno, in quanto reputano Bethel non solo colpevole di aver mandato alla deriva la sua gente, ma anche di essersi deturpata di una macchia ancora più grave, ovvero quella di aver preferito vivere nel peccato, piuttosto che sposarsi col suo Makena: un capo dell’esercito amato e rispettato per i suoi valori , per il suo alto senso di giustizia e per la sua propensione al sacrificio per le persone da lui amate. Il legame tra Bethel e Makena è frutto di una ponderata decisione, sorta in modo naturale e reciproca. Makena è un uomo non legato alla spiritualità, pertanto, non ritiene, come Bethel, necessario ufficializzare la loro unione, perfetta e salda ai loro occhi. Tutto ciò è però destinato a cambiare il giorno di Lughnasadh, la solenne festività del raccolto, quando quattro tribù rivali si riuniscono in un preciso luogo, nei pressi della “sacra” rupe, per fraternizzare tra loro e stabilire una tregua nei giorni dedicati ai soli festeggiamenti e ringraziamenti agli Dei. In tale occasione, l’esistenza di Bethel viene sconquassata da visioni inquietanti, dove a parlarle sono gli Dei che richiedono il saldo del pegno per il suo comportamento “indegno”: l’adempimento di una antica profezia, secondo la quale a lei è riconosciuto il ruolo di essere la genitrice di un futuro semidio, colui che avrebbe riunito nella pace le varie tribù, riportandole a credere nel volere supremo degli Dei. Bethel si ritrova catapultata all’interno di un mondo fatto di ombre e confusione, dove il confine tra la realtà e il sogno è davvero sottile, e dove non è la sola a dover affrontare la terribile prova del salto dalla rupe, imposta per placare l’ira degli Dei. A condividere il suo stesso destino vi è Vessagh, un noto capo tribù, dalla personalità schiva e solitaria, con la fama di essere uno dei più grandi druidi viventi, che ha deciso di osservare il voto di castità in ossequio al suo ruolo mistico. Anche a Vessagh, come a Bethel, viene imposto di sovvertire tutte le sue certezze, di mettere a repentaglio la sua integrità morale e fisica, nonché l’autorità guadagnatasi nel tempo, ponendosi alla mercé di una donna sconosciuta. Né Bethel né Vessagh possono sottrarsi all’adempimento di una tale prova che avrebbe decretato, in caso di esito positivo, per lei la purificazione della sua anima e per lui , invece, il raggiungimento dell’illuminazione e dell’immortalità. Mai avrebbe immaginato Bethel che il suo assecondare il volere degli Dei per salvare dal peccato il suo popolo ed espiare così i suoi errori, l’avrebbe poi condotta verso un sentiero tortuoso, incerto e doloroso, dove a pagarne le conseguenze sarebbe stato, in primis, il suo cuore, ormai diviso per sempre tra l’amore puro e incondizionato verso Makena e quello trascendentale ed inarrestabile per Vessagh. Mai avrebbe pensato Bethel che il suo emergere “indenne” dall’abisso avrebbe decretato quindi la fine della sua vita precedente e l’inizio di una nuova, di una metamorfosi interiore vissuta in totale simbiosi con la Natura .

Dopo la sua decisione Bethel è diventata quindi la fautrice del suo nuovo destino, ma anche la carnefice delle sue scelte, che hanno richiesto, ancora una volta, il pagamento di un prezzo ancora più alto. Quale? Riuscirà mai ad avere finalmente pace l’anima di Bethel? Tanti i punti di forza di questo romanzo, definito dall’autrice un fantasy onirico! In primis ho trovato la sua penna estremamente forbita per via del linguaggio utilizzato ed impeccabile nelle descrizioni dei luoghi e nell’analisi introspettiva dei suoi personaggi. Ho amato il coraggio e la determinazione di Bethel, la fedeltà inespugnabile di Makena e la affascinante personalità di Vessagh, un mistico che concentra in sé forza, spiritualità ma anche fragilità. Una lettura fuori dagli schemi, ma potente nel narrare la forza dirompente e variegata di un sentimento, qual’è l’ Amore!

Stelle: 5⭐️⭐️⭐️⭐️⭐️

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